Relazione di una settimana agli Europei 29er in Spagna:
1. Nei due giorni liberi abbiamo fatto allenamento con la squadra spagnola in condizioni mai trovate prima.
– primo giorno vento forte con onda (come il temporale da nord al lago).
Con queste condizioni abbiamo preso confidenza con i fattori onda e vento forte.
– secondo giorno vento sempre più forte del precedente e onda ancora più accentuata.
Impossibile issare il gennaker di lasco perchè il vento, troppo forte, facendoti andare troppo poggiato lo sgonfiava. Di bolina la randa era al nodo di sicurezza.
Prima volta in assoluto che navighiamo in condizioni tali
2. terzo giorno abbiamo scoperto tutto ciò che è relativo alla stazza della nostra barca (peso, lunghezza scafo, lunghezza strallo prua, controllo deriva timone e albero, stazza delle vele) da questi controlli abbiamo scoperto che il nostro strallo era più corto di tre centimetri.
Abbiamo quindi provveduto all’ acquisto di uno regolamentare e per tanto abbiamo fatto nuovamente la stazza dell’albero.
3. quarto giorno. In seguito al cambio di strallo abbiamo faticato parecchio,(senza un risultato soddisfacente) a regolare da capo la tensione delle sartie e per tanto l’assetto della barca.
Durante la practice race abbiamo regatato per la prima volta con quasi quaranta barche.
Abbiamo da subito capito che la nazione più forte era senza dubbio l’inghilterra. Una volta scesi a terra abbiamo cominciato a mettere il naso nelle barche inglesi per vedere quello che c’era da imparare dal loro armo barca.
4. quinto giorno. Dopo una prova sotto tono abbiamo capito che andava cambiata la regolazione delle sartie aumentandone la tensione.
In seguito abbiamo pure capito che il foro sul fiocco per vento medio non era quello centrale bensì quello più in alto. Con queste due nuove regolazioni la barca chiudeva più di bolina.
In oltre la posizione degli strep che deve essere portata più verso prua per permettere al timoniere di sedersi più a poppa durante il lasco con tanta onda.
In ogni partenza riuscivamo sempre ad inserirci in prima fila con unico difetto di non farla partire velocemente come gli altri equipaggi rimanendovi dietro e prendendo i loro scarsi.
5. sesto giorno. Abbiamo effettuato due prove senza vento e abbiamo sofferto molto di queste condizioni. Mentre nella serata abbiamo svolto altre due prove con più vento trovandoci più competitivi e facendo un sedicesimo posto davanti anche a molti inglesi.
6. settimo giorno. Per la prima volta ci siamo trovati a regatare con dodici- quindici nodi di vento e onde di due metri ed alcune molto più. Non abbiamo avuto grossi problemi per tutto ciò, solo che non riuscivamo a far correre la barca come tutti gli altri equipaggi.
Al termine della serata abbiamo visto che affrontavamo le onde in maniera sbagliata, questo ci ha svantaggiato rispetto agli altri.
Riusciti a capire il modo corretto per affrontare le onde abbiamo anche ridotto la lunghezza dell’archetto randa.
Questa operazione ci consentiva di far aprire meglio la randa sulla balumina e rendere piu’ performante la nostra bolina.
Oltre tutto ci siamo resi conto che effettuavamo bordi troppo lunghi uscendo spesso dal cono del vento percorrendo troppa strada.
7. ottavo giorno. Finalmente siamo riusciti a mettere a frutto gli insegnamenti qui descritti e abbiamo regatato molto meglio dei giorni precedenti ottenendo risultati più soddisfacenti e sbagliando molto meno, siamo riusciti sempre di più ad avvicinarci ai migliori. In oltre in serata abbiamo ottenuto il terzo posto nella regata a squadre.
Cose imparate
– regolazione dell’archetto portandolo più basso in modo che con le vele nuove chiudesse di più la balumina della randa facilitandoci con poco vento.
– movimenti in barca che devono essere molto delicati
– partenze con molte barche da stare sempre in prima fila e ai dieci secondi poggiare la barca, facendola partire e poi partire.
– Strambate a vele bianche facendo passare il boma tenendolo con la mano
– Tattica di bolina da perfezionare col max(scelta del bordo e il momento di abbandonarlo)
– Regolazione del fiocco
– Il modo di affrontare le onde sempre però da perfezionare
– Manutenzione della barca e lavaggio a mare
Cose da migliorare
– la lingua inglese###
– la tattica###
– le manovre#
– come essere più leggeri in barca modificando gli spostamenti##
– passaggio in boa di bolina con issata gennaker ##
– come regolare al meglio le vele##
manutenzioni da fare al rientro
– sistemare la penna dell’albero (vedi crepe)
– sistemare/cambiare canaletta in testa d’albero
– resinare viti supporto timone
– riparare lo stik in carbonio
– resinare deriva
– lamelle inferiori con moquettes più spessa
– spostare gli strep
– ritoccare e lucidare lo scafo