Report di Lino Locatelli – Salisburgo (lago di Attersee)

Resoconto quasi sintetico per non tediare chi lo legge:
VIAGGIO – La trasferta da Lovere a Salisburgo (lago di Attersee) è lunga 590 km e richiede con il carrello, incluse soste, almeno 8 ore e mezza. Il nostro viaggio è stato del tutto tranquillo e con medio traffico.
LAGO DI ATTERSEE – Il vento sopra i “sacri” 6 nodi c’è solo se c’è brutto tempo : coperto, temporale, tempo molto perturbato; se c’è il sole c’è una leggera brezza che a noi non metterebbe la voglia di uscire in vela; ma gli austriaci sono molto diversi e nella giornata di venerdi e sabato, con vento sui 4 nodi, c’erano fuori almeno 60 barche!!! sono ammirevoli e forse da imitare perchè sanno cogliere non solo l’aspetto agonistico. Non è peraltro difficile apprezzare e godersi di quell’ambiente silenzioso, senza assordanti motoscafi (ne ho visti solo 2 in 4 giorni ed alcuni solo elettrici), immersi in un paesaggio poco antropizzato, con spazi e verde a vista d’occhio e con un lago cristallino e trasparente per alcuni metri in profondità. Contrariamente a quanto accade nel nostro lago (purtroppo) quando recuperi la barca noti con soddisfazzione che si è pulita anzichè sporcata! e gli scafi in acqua ne sono la dimostrazione visiva.
ALLOGGIO – Abbiamo alloggiato in un appartamentino nuovo e rifinito egregiamente in legno, facente parte di una azienda agrituristica. Parlano bene l’inglese, stabiliscono un contatto familiare con i loro ospiti, ricevendoli con spuntino e presentando la famiglia al completo; inoltre ti muovi in ambienti puliti ed ordinati, anche se a 10 m ci sono mucche capre, anatre e galline…. voto 9
STRADE – O siete degli esperti piloti e fate il pelo a tutto oppure è meglio andarci con una topolino! le carreggiate sono strette per muoversi con un carrello.
BIRRA – Ne ho bevuta talmente tanta che vorrei “darne” a qualcuno nei prossimi giorni, ma forse occorre disporre anche di qualche altra caratteristica.
CIRCOLO YUCAS – Tra loro, i giudici e i loro protetti, hanno messo a dura prova la nostra pazienza; ma il filosofo Virgilio, l’ottimista PierGabriele e il sottoscritto ormai convinto di dover sopportare tutto in virtù della “gavetta”, siamo riusciti a superare le salse piccanti i wurstel a 360 gradi, le magliette anonime, i “rah rah rah” dopo gli “hip hip” solo per gli altri, gli accorciamenti di percorso, gli spostamenti di boa, le boe invisibili, le gru self service, le convocazioni notturne alle ore 5,15 del mattino, le attese di 14 ore prima dell’avviso di messa in libertà, i 30 euro per un CD, i 350 euro per l’iscrizione, le traduzioni in inglese dimenticate, le bottiglie di acqua a pagamento, la birra a fiumi e anche per lavarsi i denti. Ma c’è qualche cosa di positivo che da loro potremmo imparare : ma questa è un’altra storia che tengo in serbo per il “direttivo”.
VENTO, BORDEGGI, BUCHI, ECC – Il vento, quando c’è, non è costante ed omogeneo, ma con variazioni improvvise anche di alcune decine di gradi. Virgilio sembrava un pilota impegnato in una cronoscalata di montagna, tra tornanti, curve, pieghe, correnti, osservazioni astronomiche e meteorologiche alla ricerca della formula per decifrare dove trovare “buono”. 
LE REGATE – Ho una forma di amnesia… ricordo solo che quando stavamo tenendo testa a Koch, rosicchiandogli qualche metro, dopo un istante non c’era più perchè aveva scelto un altro bordo, chissà dove, tagliando il campo di regata di traverso scompigliando chi faceva riferimento su di lui.Ricordo di aver sentito qualche dolce e rincuorante consiglio da dietro e dal davanti su come fare per essere all’altezza del momento : “che caz…. fai ?  devi capiiiiiire che ….  ma quando sale questo spiiiiiiii ? non guardare le bandiere !!! buttati fuori!!! ecc. Devo ammettere che erano tutti consigli saggi e dovuti che non mi pesano, anche perchè sono allenato e vengo da un collegio ancor più rigido.
Comunque (parlo alla prima persona singolare) è stata una esperienza interessante e utile. Gli altri equipaggi erano veramente in gamba e certamente conoscevano i segreti di questo lago. Sono certo che, con l’equipaggio storico, ITA 213 avrebbe ottenuto un risultato ben migliore.
PREMIAZIONI – E’ stato un momento veramente piacevole e per certi aspetti anche con un pizzico di emozione : la vista lago, le bandiere, gli inni, l’abbigliamento in costume locale, il non aver dovuto fare la fatica di salire sul podio ciclopico, ecc., hanno chiuso la parte più importante di questa nostra avventura.
Ciao a tutti, LL