Il tutto è cominciato con una mail inviata dal mio timoniere.
“Quest’anno aprono la Centmiglia anche ai multiscafo, partecipiamo?”
Sapevo di fare una pazzia, ma con entusiasmo rispondo “perchè no?”.
A Punta Ala, durante l’Italiano, cerchiamo di capire chi vuol partecipare a questa “pazzia”, alla fine 3 equipaggi F18 si danno appuntamento al Circolo Vela Gargnano (ricordo solo che questo circolo è uno dei prossimi pretendenti alla Coppa Amercia con +39) per il giorno precedente alla regata.
ITA 28 Gozzoli ? Raccuia
ITA 1846 Becchetti – Teo
ITA 1952 Gattinoni ? Kenzo
Noi arriviamo dal lago d’Iseo mentre gli altri arrivano direttamente via lago da Campione del Garda. Armiamo la barca nel centro del CvG, raggiungiamo gli altri a cena e con gran sorpresa scopriamo che un “certo” Giovanni Soldini (assieme a Sonino, partecipa alla regata con un catamarano si soli 40 piedi) ci raggiungerà a cena, eravamo in 10 a tavola e uno di questi era lui. Già solo questo ci ripagava per la scelta fatta (è stato difficile trovare qualcuno che ci supportasse). Pazzi ci dicevano!
La partenza della regata è fissata per le 08.30.
Studiamo il campo di regata, partenza da Bogliacco, boa di bolina a Torbole per riscendere a Bogliacco, doppio bastone Bogliacco ? Gargnano e poi via verso la boa di Desenzano per ritornare a Bogliacco. Primo segnale di partenza alle 08.20. Dato il numero di barche, più di 300 barche iscritte, la partenza è così disposta, una linea di partenza e 4 linee di prepartenza, noi fortunatamente siamo i più vicini alla riva.
06.30 sveglia, ci prepariamo e andiamo al circolo. Il movimento è frenetico, tante gente e le gru che lavorano ininterrottamente per mettere in acqua tutte le barche, il ruolino di marcia non pretende rallentamenti.
Il cielo è coperto, guardiamo il vento, niente peler, una leggera Ora soffia già sul lago di Garda, partenza di lasco.
08.20 primo segnale di partenza, guardo Paolo, è il segnale di partenza e noi ci stavamo vestendo… nessun problema finiamo e andiamo in acqua, Gattinoni il primo a scendere in acqua, Bechet scopre di avere qualche problema con il cunnigham mentre mette la barca in acqua e deve ritardare l’uscita, siamo in acqua e attendiamo il segnale di partenza. 2 aerei Tornado alle 08.30 in punto volano a bassa quota sulla linea di partenza, primo spettacolo. La centomiglia ha inizio. Non contenti i tornado effettuano un secondo giro a bassa quota. Partenza di poppa alle 08.30 in punto, il vedere gli spi e gennaker sbocciare così all’improvviso è il secondo spettacolo.
La classe libera (tra cui il catamarano 40 piedi di Soldini) prendono subito il largo e ci rendiamo subito conto che la regata la dobbiamo fare tra noi F18, c’è anche un Tornado e un M20 ed un High-Tech, ma quest’ultimi troppo leggeri e ci lasciano a battagliare tra di noi.
E’ sufficiente un bordo sbagliato che la distanza presa su Gattinoni svanisce in un attimo. Pazienza, la giornata sarà lunga…
Più ci avviciniamo a Torbole pià il cielo si schiarisce e più l’aria aumenta, guadagniamo su Gattinoni e alle ore 10.00 giriamo la boa, via di Bolina verso Bogliacco, ad occhio e croce abbiamo circa 20 minuti di vantaggio, davanti recuperiamo il Tornado che ci ha preceduti alla Boa di bolina e lui diventa il nostro punto di riferimento, recuperiamo sul Tornado, entrambi ci spostiamo sulla sponda Veronese del lago, facciamo un paio di incroci ravvicinati, finchè non riusciamo a passarli. Tutte le barche sono sulla sponda Veronese, ma ci sembrano ferme, quindi decidiamo di cambiare sponda (non nel senso che state pensando) e ci spostiamo sulla Bresciana, il Tornado decide di non seguirci, vedremo chi ha fatto la scelta migliore. Arriviamo al cancello di Bogliacco alle 13:30, giriamo verso Gargnano di lasco per il primo bastone. Sul Tornado abbiamo circa 20 minuti e Gattinoni sta recuperando sul Tornado.
14:10 Finiamo il doppio bastone passiamo il cancello di Bogliacco e puntiamo verso la boa di Desenzano. La fame comincia a farsi sentire, tra Banane, mele e biscotti cerchiamo di calmare la fame. Non ci era mai capitato di mangiare una banana mentre si è al trapezio (terzo spettacolo). Da quando siamo partiti l’ora ha sempre, anche se leggera, soffiato sul lago di Garda, consapevoli che, passato Bogliacco, sarebbe cominciata la parte più dura.
Il vento cala, ma cominciamo a recuperare su alcuni Asso (noi avevamo il percorso più lungo di tutta la flotta), il vento cala e gli Asso ci lasciano li fermi a beccheggiare, Gattinoni resta più sotto costa rispetto a noi. Del Tornado neanche l’ombra, scopriamo dopo che si è ritirato.
Ecco una leggera (eufemismo) brezza da Nord arrivare ma dalla parte di Gattinoni ed ecco che quei 30 minuti che avevamo su di lui vengono annullati. Issiamo il gennaker. Gattinoni gira la boa di Desenzano verso le 18.00 ci è davanti. Noi giriamo la boa verso le 18.15, ma l’agonia non è finita. Un vento leggerissimo, a tratti quasi nullo, ci fa risalire piano, Gattinoni ormai non lo vediamo più. Il sole comincia a tramontare. Ci sentiamo per telefono, un po’ preoccupati per la mancanza d’aria e per la notte che sta arrivando. Gattinoni dice “La notte porta consiglio…”, io e il timoniere ci guardiamo e ridiamo!! Va bhe allora, attendiamo!!
Il Sole tramonta, la Luna sorge, ma il vento non si fa vedere. Per un attimo ci godiamo il paesaggio da favola, un cielo stellato come ormai è difficile da vedere, una luna ancora piena che illumina il lago (quarto spettacolo). Ed ecco che dal golfo di Salò entra un bel traversino, finalmente un po’ di aria, issiamo velocemente il gennaker e ci lasciamo trasportare, un bell’aria sostenuta, ma non troppa ci riporta verso Bogliacco. Un po’ timorosi cerchiamo di non far alzare troppo la barca, non vogliamo neanche pensare ad una scuffia in mezzo al lago di Garda, di notte e senza alcuna luce di segnalazione (quinto spettacolo). Ma all’improvviso com’è arrivata questa brezza se ne è andata, ci ritroviamo di nuovo in mezzo al lago senza un filo d’aria. Mangiamo un’altra mela… piano piano riusciamo ad avvicinarci alla costa.
Arriviamo a destinazione, scendiamo dalla barca, guardo l’orologio. 23:30, un’avventura di 15 ore, ma il tempo è volato via assieme ai 2 Tornado (aerei), non ci siamo resi conto del tempo trascorso. Ci abbracciamo felici con gli altri equipaggi F18 per aver portato a termine questa regata (sesto spettacolo). Esausti andiamo a mettere qualcosa di consistente sotto i denti, un bella bistecca ci attende!!! Ce la siamo meritata.
Ho cercato di essere sintetico, ma la giornata è stata troppo particolare per essere riassunta in poche righe, e molte cose non sono state dette… E’ un’esperienza che vale la pena fare, massacrante, per alcuni versi snervante, ma sicuramente ne è valsa la pena. Certe esperienze ti rimangono per sempre. I pazzi della CentoMiglia.
Giacomino Raccuia (Mino)
ITA28