Flamenco on the road again

A seguire trovate la mail di Gigi Gritti che ci racconta del trasferimento in corso del Flamenco:
Ed eccoli qui i nostri “soldati che fuggono, buoni un’altra volta” Siamo tornati a S Maria di Leuca dove pigramente dondola il nostro “Flamenco” che avevamo precipitosamente abbandonato dopo una bella fulminata. Deve aver tirato un bel po’ di vento anche qui perchè le cime di ormeggio hanno subito un duro lavoro. Fortunatamente avevamo un po’ esagerato sulla quantità. L’equipaggio stavolta è un po’ cambiato. Insieme ai due “vecchi” Gigi e Danilo c’è Osvaldo che tanto giovane non è. Sembra la barca dell’ospizio. Fortunatamente che con noi c’è un giovanissimo in gita premio; ma non c’era un premio migliore?; Alberto Valenti che d’ora in poi chiameremo Lupo Alberto. Non c’è peggior periodo per spostare barche. Le notti sono lunghissime e i giorni cortissimi. Poi o non c’è vento o ce n’è troppo. Ma  lo skipper Danilo ha deciso così e si parte. Si rifà un po’ di cambusa e subito le mie preoccupazioni sulla scorta di vino  vengono fugate dal fatto che Osvaldo e Alberto non bevono, quindi siamo a posto. Partenza ore 5 della mattina di domenica, buio pesto poi verso le 6,30 comincia ad albeggiare. Mare che sembra il lago d’Iseo quando non c’è vento. Quindi motore e via. Certo che senza pilota automatico è una pena. Interminabili ore passate a sonnecchiare, fotografare delfini giocherelloni e tartarughe in amore. Vi chiederete come faccio a saperlo, delle tartarughe. In realtà non lo so ma mi piace pensarlo. Lupo Alberto è vigile in coperta e non vuol saperne di schiacciare qualche pisolino come facciamo noi saggi. Vento dove sei? E si che le previsioni ci davano un 10 nodi da Nord.  Ci consoliamo con una bella pastasciutta e una bella bottiglia di Cabernet. Puntuale alle 16 e 30 dopo un tramonto mozzafiato, arriva il buio. Ma  con il buio arriva anche la luna. Quasi piena. Uno spettacolo, un faro che ci accompagnerà tutta la notte fino all’alba. Si poteva anche leggere. E finalmente dopo cena, prima timidamente poi sempre più deciso arriva il vento. E allora via il motore e finalmente si naviga, naturalmente di bolina. Tanto ci siamo abituati. Lupo Alberto comincia a perdere un po’ i colpi, un leggero malessere e allora viene inviato in branda. Ma sono, come diceva sempre il mio amico Sergio da Trieste,” Bave degli Orti” e a mezzanotte dobbiamo riaccendere il motore. E sarà così per tutta la notte fino all’ingresso nello stretto di Messina. Verso le tre di notte, mentre sono al timone a ululare alla luna, compare Lupo Alberto tutto pimpante e dice. “Adesso sto proprio bene”  e dopo questa affermazione si rituffa in branda e onora così la sua prima notte in mare.  Lo ritroveremo poi per la sua prima vera bolina all’ingresso dello stretto con un bel venti nodi in rinforzo. E così dopo 35 ore di navigazione entriamo nel porto di Reggio Calabria. Abbiamo consumato 70 litri di gasolio. Una bella doccia fredda e adesso aspettiamo Ernesto da Follonica che mi sostituirà per il resto del viaggio. Io torno domani . Il diario lo continuerà Lupo Alberto. Alla prossima. Buon vento a tutti, Gigi Gritti